Farinata degli Uberti
Avete mai notato questa statua? Si trova sulla facciata degli Uffizi, quindi, il lato corto del palazzo e che si affaccia sul fiume. Ci sono ben quattro statue e sono i difensori della città! E lui, il primo in ordine di data, si chiama Farinata degli Uberti.
Ve lo presento e vi preannuncio subito che ci sarà un “finale a sorpresa”…
Innanzitutto il suo vero nome era Manente degli Uberti e l’appellativo Farinata si riferisce al colore dei suoi capelli, ossia, un biondo molto chiaro. Indubbiamente lo spirito canzonatorio dei fiorentini era già al suo massimo splendore nel XIII secolo!
Farinata fu un fervido esponente del partito ghibellino e, nell’alternanza delle due fazioni avverse al governo della città, lui fu uno dei capi che cacciò i guelfi nel 1248 e che, quando nel 1250 morì Federico II di Svevia, fu a sua volta cacciato.
Ma Farinata degli Uberti si sentiva fiorentino a tutti gli effetti e quindi cosa fece? Si portò via la bandiera! All’epoca era costituita da un giglio bianco in campo rosso. Si narra infatti che senza più le proprie case, e i propri beni, i ghibellini esuli portarono in giro, nelle città a loro amiche, il simbolo di Firenze.
I guelfi fiorentini allora rimediarono invertendo i colori del vessillo: giglio rosso in campo bianco e così è ancora oggi.
Nel 1260 Farinata partecipò alla battaglia di Monteaperti, ovviamente nelle file ghibelline, con Siena e, soprattutto, con l’appoggio militare di Manfredi di Svevia. Complice anche un tradimento, che disorientò l’esercito fiorentino, il partito ghibellino trionfò…con grande strage di fiorentini. Era il 4 settembre 1260, una data che non verrà mai dimenticata.
Quindi come mai lo celebriamo fra i patrioti, difensori di Firenze?
Poco dopo la battaglia ci fu un incontro, a Empoli, un consiglio di tutti i rappresentanti del partito ghibellino vittorioso per decidere le sorti di Firenze. Senesi, pisani, i legati del re Manfredi e Farinata degli Uberti.
Il concilio era d’accordo su un punto: radere al suolo la città! Tutti eccetto uno: Farinata. Per difendere l’amato suolo natio, di qualunque colore politico fosse, si oppose fermamente a questa punizione, così drastica, e salvò Firenze.
Farinata morì nel 1264 e fu sepolto nell’allora cattedrale di Santa Reparata con tutti gli onori e meriti.
Lieto fine dunque? No. Mancherebbe altrimenti il preannunciato finale a sorpresa!
Nel 1283, quando il governo della città era di nuovo guelfo, Farinata fu accusato di eresia…e chiamato a difendersi al processo!
Riesumarono i cadaveri, suo e della moglie, e furono portati in udienza, davanti il tribunale dell’ Inquisizione, presieduto dal francescano Salomone da Lucca.
Incapaci – chissà come mai – di difendersi furono condannati, i corpi bruciati e le ceneri disperse in Arno!
Una storia così terribile che il giovane Dante, appena diciottenne, non potè più dimenticare e decise così di “incontrare” Farinata nel Canto X dell’Inferno della sua Divina Commedia.
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